Privacy e Diritto di cronaca: Il Garante per la protezione dei dati personali interviene nuovamente in ambito giornalistico

Il Garante per la protezione dei dati personali è nuovamente intervenuto in ambito giornalistico, ammonendo le agenzie di stampa ed i quotidiani per aver pubblicato informazioni non essenziali. Di fatto tali informazioni vanno a ledere la riservatezza delle persone interessate dalla vicenda, che vedeva coinvolta un’infermiera di un ospedale di Roma, risultata positiva al test sulla tubercolosi. In specifico, se pur viene rilevato l’interesse per la pubblica opinione per lo svolgimento della vicenda in generale, il Garante sottolinea la necessità di valutare “con scrupolo” da parte dei mezzi di informazione l’interesse pubblico delle singole informazioni diffuse (nel caso il nome della donna, l’iniziale del cognome e l’età), bilanciando gli interessi coinvolti.

Questo il testo del Comunicato Stampa del Garante:

Infermiera con tbc, troppi dettagli sui media. Il Garante apre un’istruttoria

Il Garante Privacy ha aperto un’istruttoria in seguito alla pubblicazione di notizie da parte di agenzie di stampa e quotidiani – anche on line – che, nel riferire di un caso di una infermiera in servizio presso il reparto di neonatologia del Policlinico Gemelli, risultata positiva ai test sulla tubercolosi, hanno riportato il nome della donna, l’iniziale del cognome e l’età.
Il diritto-dovere dei giornalisti di informare sugli sviluppi della vicenda, di sicura rilevanza per l’opinione pubblica, considerato l’elevato numero di neonati e di famiglie coinvolte, deve essere comunque bilanciato, secondo i principi stabiliti dal Codice deontologico con il rispetto delle persone.
Il Garante ricorda che, anche quando questi dettagli fossero stati forniti in una sede pubblica, i mezzi di informazione sono tenuti a valutare con scrupolo l’interesse pubblico delle singole informazioni diffuse.
I media evitino dunque di riportare informazioni non essenziali che possano ledere la riservatezza delle persone e nello stesso tempo possano indurre ulteriori stati di allarme e di preoccupazione in coloro che si sono avvalsi dei servizi sanitari dell’ospedale o sono altrimenti entrati in contatto con la persona.

Roma, 24 agosto 2011

La versione originale del comunicato è reperibile cliccando sul link che segue:
http://www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1832410