Google Chrome inizierà a bloccare i banner invasivi da febbraio 2018

Facendo seguito agli accordi presi con gli altri colossi del web mondiale Google si appresta a mettere un freno (in alcuni casi uno stop) alla presenza dei banner troppo invasivi ed inevitabilmente fastidiosi.
L’unione dei grandi del web si chiama Coalition for Better Ads, ne fanno parte tra gli altri Facebook, Google, Microsoft (insieme ad altri colossi dell’editoria) e questo dovrebbe bastare a capire la portata di ogni loro decisione nel mercato dell’advertising.
Tornando alla decisione di Google, da febbraio 2018 Big G, renderà esecutive le procedure decise per eliminare dalle visualizzazioni tutti quegli annunci che non soddisfano i parametri stabiliti dalla ‘Coalizione’ per migliorare l’esperienza delle persone che visitano i siti web.
Il nuovo sistema sarà integrato nelle versioni di Google Chrome e bloccherà tutte quelle inserzioni pubblicitarie che stanno invadendo il web obbligando i navigatori a slalom da coppa del mondo per evitare di visualizzare banner a tutta pagina, pop-up che si aprono a ripetizione, video che partono col volume ‘a palla’, magari mentre sei in fila da qualche parte o finalmente ‘rilassato’ tra i sedili della metro o dell’autobus che ti sta riaccompagnando a casa.
Tanti, troppi banner che stanno riducendo la fruibilità dei siti internet, creando tra l’altro un effetto boomerang per i proprietari di siti: il visitatore, nauseato dall’invasione dei banner, molto probabilmente non tornerà più a visitarli.
Google ovviamente non bloccherà tutti gli annunci ma, si concentrerà su quelli troppo invadenti e fastidiosi. Con un però…potrebbe essere che i siti che ospitano questo tipo di advertising possano vedersi bloccati anche quelli conformi, andando incontro ad un vero e proprio crollo degli introiti pubblicitari.
Naturalmente lo scopo della Coalition for Better Ads (e quindi in questo caso di Google con Chrome) non è quello di eliminare i banner pubblicitari (sarebbe un controsenso) ma, quello di limitare sempre di più l’uso di adblocker più invasivi che, per ‘non saper né leggere né scrivere’ bloccano indistintamente ogni tipo di pubblicità, anche quella conforme alle linee guida di navigabilità ed usabilità dei siti internet, limitando le visualizzazioni dei contenuti commerciali e causando un pericoloso danno, in termini economici, al mercato che circonda il web.