La pubblicità su Facebook messa in crisi dai nuovi aggiornamenti dei sistemi operativi Apple

Non bastavano le rivelazioni del Wall Street Journal che ha dedicato una serie di inchieste al social network creato da Mark Zuckerberg mettendolo in seria difficoltà davanti all’opinione pubblica. A creare i danni più concreti al business del gigante di Menlo Park è stata la nuova politica della Apple e dei suoi sistemi operativi.

In molti, soprattutto chi investe in pubblicità in rete, saranno a conoscenza delle nuove misure per la trasparenza: le App Tracking Transparency (Att) adottate dal gigante di Cupertino in iOS 14 e implementate con maggior vigore nell’ultimo iOS 15. Con questi nuovi aggiornamenti del suo sistema operativo la Apple ha vietato alle app, come impostazione predefinita, la condivisione di informazioni personali con siti web esterni.

Il monitoraggio è ancora possibile ma è necessaria un’operazione dell’utente che dovrebbe selezionare volontariamente questa opzione e non sono in tanti, soprattutto dopo i tanti articoli usciti su presunte violazioni della privacy nella rete, a concedere a cuor leggero i propri dati a Facebook. Questo comporta l’impossibilità per il social network di fornire agli inserzionisti informazioni dettagliate sui risultati delle loro campagne pubblicitarie.
Per essere più precisi: quando qualcuno clicca su uno degli annunci pubblicitari di Facebook non sempre (eufemismo) è possibile conoscere il comportamento successivo dell’utente, sapere quanti di quei clic finiscono col generare un acquisto o la comunicazione di dati personali.
Diminuendo la capacità di tracciare con precisione il reale valore di un investimento pubblicitario, ovviamente le aziende appaiono più restie a mantenere inalterato il budget per campagne di advertising su Facebook.

L’impatto negativo sui bilanci di Facebook, legato agli aggiornamenti dei sistemi operativi della Apple, è ammesso direttamente da Graham Mudd vicepresidente del marketing dei prodotti del colosso dei Social:

Molti di voi ci hanno detto che l’impatto sull’investimento pubblicitario è stato maggiore di quanto previsto. Il costo per raggiungere il risultato della tua attività potrebbe essere aumentato ed è anche diventato più difficile misurare le tue campagne sulla nostra piattaforma. In alcuni casi, ciò è dovuto a una nostra sottostima. La nostra stima è che, in aggregato, stiamo sottostimando le conversioni web iOS di circa il 15%.

La guerra delle dichiarazioni tra i due colossi informatici continua da mesi, con Facebook che afferma che le modifiche al tracciamento da parte di Apple non riguardano la privacy ma sono solo azioni create per diminuire gli investimenti pubblicitari delle aziende sulla piattaforma, proponendosi come soluzione migliore e più affidabile. Apple da parte sua ribatte che tutti i cambiamenti sono stati fatti nell’ottica di migliorare l’esperienza finale dei consumatori, visto che è impossibile sapere con certezza che fine fanno le informazioni personali condivise.

In tutto ciò chi rimane in mezzo al guado sono le aziende interessate a sviluppare investimenti pubblicitari che non sono più in grado di scegliere come prima la piattaforma migliore per le loro operazioni di digital marketing.

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