eSports: CIO, i videogiochi sono uno sport

Durante un summit a Losanna il Comitato Internazionale Olimpico ha dichiarato un’apertura storica nei confronti degli eSports, fenomeno in continua crescita, soprattutto tra gli adolescenti e con l’obiettivo, neanche troppo nascosto, di attrarre un pubblico più giovane verso i Giochi Olimpici.

“Gli eSports competitivi possono essere considerati un’attività sportiva, e i giocatori coinvolti si preparano e allenano con un’intensità che può essere paragonata a quella degli atleti delle discipline tradizionali. Gli eSports sono in forte crescita, in particolare tra i giovani dei vari Paesi, e ciò può essere la piattaforma per un coinvolgimento nel Movimento Olimpico.”

Con questa frase, tratta dal comunicato diramato al termine del vertice si equiparano per la prima gli eSports agli sport tradizionali.

Prima di essere riconosciuti come veri e propri sport dal Comitato Internazionale Olimpico i videogiochi competitivi dovranno dimostrare di rispettare alcuni requisiti fondamentali, tra questi requisiti ad esempio troviamo l’equa presenza di uomini e donne, la diffusione della disciplina su scala mondiale con presenza significativa in ciascuno dei 5 continenti…. Oltre a non dover violare i valori olimpici dovrà essere istituita un’organizzazione che garantisca il rispetto delle norme e regole del Movimento Olimpico (varare norme contro il rischio scommesse e la manipolazione, dotarsi di strutture per combattere il doping…).

Siamo ancora lontani dal debutto dei videogiochi alle Olimpiadi ma, il movimento degli eSports sta crescendo ad una velocità impressionante, forte dei suoi quasi 400 milioni di giocatori sparsi per il mondo ed un giro di affari superiore ai 600 milioni di euro.

Il CIO dovrà prendere una decisione definitiva dopo le Olimpiadi di Tokyo del 2020. Nel frattempo gli eSports saranno presenti come sport dimostrativo ai Giochi Asiatici del 2018 in Indonesia e del 2022 in Cina.